martedì 7 aprile 2015

Cosa misura l'intelligenza?


La frase di Einstein dice esattamente che la misura dell'intelligenza sia data dalla capacità di cambiare quando fosse necessario. La misura significa quantificazione e insieme qualificazione determinativa, e il fatto di riuscire a riconoscere quando un cambiamento si sia reso necessario non misura affatto l'intelligenza di qualcuno, nemmeno quando il cambiamento porterà a un relativo miglioramento. Qualcuno di voi pensa forse che se un nazista decidesse di cambiare migliorando di poco col suo limitarsi a essere soltanto fascista... la sua intelligenza per questo sarebbe misurabile in uno dei qualsiasi modi nei quali essa potrebbe essere misurata? L'intelligenza sarebbe misurata in relazione a che cosa? Quando si misura occorre avere un riferimento che sia preciso: se misuro una stanza uso il metro, ma se volessi misurare la mia intelligenza con cosa potrei farlo? Esiste forse uno strumento che la misuri? Secondo alcuni di voi quello strumento sarebbe nella semplice decisione, o accettazione di un cambiamento? A complicare le cose c'è il fatto che l'intelligenza non ha solo un suo preciso aspetto, ma ne ha molti e diversi tra loro. Cosa sarebbe per voi l'intelligenza, se non la capacità di riconoscere le cause profonde degli aspetti delle realtà considerate? Decidere di cambiare semmai riguarderà uno solo di questi aspetti, quello dell'onestà intellettuale che riconosciuta l'esigenza le si uniforma. È, forse, l'onestà intellettuale definibile come tutta l'intelligenza? No di certo, perché si può essere intellettualmente onesti anche se la propria intelligenza fosse scarsa, e per inversione analogica è possibile essere molto intelligenti, ma disonesti. Se confrontiamo tra loro questi due individui si vedrà che quello onesto è superiore al disonesto nella qualità delle proprie pregiate intenzioni, ma resterà a quello inferiore nel grado di intelligenza di cui può disporre. È dura discutere con me, lo riconosco, anche se la mia è un'intelligenza normale, ma per vedere chiaro la verità delle cose la propria intelligenza personale non basta, occorre sapere scansare il proprio orgoglio per non correre il rischio di parlare per interesse personale. Questa ultima qualità sì che misura l'intelligenza, e di conseguenza pure la profondità alla quale essa riesce ad addentrarsi. A me Einstein piace e mi è molto simpatico, sicuramente aveva una notevole intelligenza rivolta al calcolo numerico e ai problemi di soluzione scientifica, ma la sua capacità di penetrare la sfera causale dei princìpi che sono norma della realtà manifestata era decisamente approssimativa.

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