martedì 16 settembre 2014

So che questo scritto potrà essere compreso appieno solo da chi non ha bisogno di leggerne il contenuto.

L'esistenza è caratterizzata da una totalità incompleta, perché ci sono realtà che sono, pur non essendo soggette ad alcuna forma di manifestazione di sé. Altre realtà si mostrano attraverso i loro effetti, ma non sono visibili ai sensi. Quando non hanno forma le realtà sono dette "informali", e a queste appartengono sia le idee che le intenzioni, prima che esse siano rivestite dal pensiero e dalle azioni. Ma quello che rende incompleta la manifestazione della realtà relativa non è l'assenza di una forma, ma delle sue essenziali ragioni d'essere. Esistere deriva dal latino "Ex_stare" che indica proprio quella assenza. Per questo il pensiero consequenziale,  detto razionale, non può chiudere il cerchio nel quale la logica si dichiara soddisfatta di sé, perché per chiudere un cerchio occorre che la realtà dove quel cerchio è inscritto sia fissa, e non in perenne movimento come in effetti essa è. Dove tutto si muove ogni cerchio si trasforma in una spirale e non può essere chiuso. La legge universale che impone all'esistente il movimento è, in quanto causa del muoversi, superiore ai suoi effetti, dunque in questa sua superiorità non è soggetta al doversi muovere a propria volta. È per questo che i suoi effetti vivono nella relativa tranquillità data dal non potersi fermare. Eppure è proprio nel fermare la propria corsa che la logica avrà soddisfazione. Per fermarsi la logica deve superare se stessa, e per superarsi deve riconoscere la Verità assoluta dalla quale essa è superata. La logica è conseguenza della Verità e dalla Verità totale e assoluta è compresa. Per questo la logica non è in grado di comprendere nella sua totalità ciò da cui essa è compresa. Nessun contenuto può comprendere totalmente il proprio contenitore. La logica è superata dall'intuito spirituale che è dato dall'intelligenza universale, la quale è causa di quella individuale. L'Intelligenza universale è quella alla quale si ha accesso quando si è stati risvegliati dall'Assoluto attraverso la mediazione di un maestro che è stato a propria volta illuminato dall'Assoluto da un altro maestro, in una catena ininterrotta di maestri che ha le proprie radici al disopra della durata temporale. La consapevolezza iniziatica che si ha dopo l'iniziazione ai misteri dello spirito è conoscenza interiore dei principi universali, che sono normativi delle realtà manifestata, ed è la stessa per ognuno che vi ha avuto accesso per volontà dell'Assoluto. È una conoscenza della quale si può comunicare soltanto la superficie, dovendo di essa necessariamente tralasciare la sua essenza che, non essendo relativa, costituisce il segreto iniziatico, che è segreto solo perché non si presta alla comunicazione di sé. Chi conosce questo segreto conosce se stesso e i principi dell'intero universo, ma questa superiore conoscenza non gli appartiene, perché può solo vederla, e mai può modificarne il senso. Potrà svolgerne aspetti particolari o generali da angolazioni nuove, ma senza che queste visuali contraddicano le altre di pari dignità, viste da punti differenti che guardano, considerandone aspetti diversi, lo stesso perché unico Centro al quale ogni visuale deve la propria essenziale ragione d'essere.

2 commenti:

  1. Una croce puoi vederla dritta o rovesciata ma è sempre una croce.
    Sulla logica non si può che concordare pienamente su quanto hai scritto

    RispondiElimina
  2. Per sapere se una croce sia dritta o rovesciata occorre avere un punto di riferimento. Quel punto è la qualità che è misurata dalla disposizione spaziale per ciò che è riferito all'estensione, e dalle intenzioni per quanto riguarda la sfera della spiritualità.

    RispondiElimina