mercoledì 3 settembre 2014

Breve dissertazione su alcuni errori commessi dal credere comune, anche definito "buon senso"...

Il termine "Assoluto" indica unità e anche unicità data dal comprendere, in potenza e in principio, tutto ciò che è. La Realtà assoluta può essere descritta definendola solo attraverso ciò che essa non è, perché l'Assoluto è la ragione d'essere dell'esistenza e, in quanto causa, non partecipa ai suoi stessi effetti, come d'altronde fanno tutte le cause, anche quando sono relative. Per Assoluto si deve intendere la Realtà senza divisioni al suo interno, dunque priva di parti in relazione tra loro. L'Assoluto è quindi sia infinito che eterno, cioè non circoscritto da limiti e non sottomesso alla durata. Non possono esserci due assoluti, perché l'uno costituirebbe il limite dell'altro. Di riflesso, e per la stessa ragione, due universi, pur non essendo l'universo assoluto, non possono coesistere, perché universo significa che tutto comprende in sé, e più universi sarebbero necessariamente compresi dallo stesso e unico universo, che è unico come lo è la sua Causa. Pur avendo, le parole, una loro pura accezione di significato, spesso sono usate lateralmente al senso preciso che esprimono; in questo modo per assolute sono intese tutte le realtà relative che si pensa non possano essere messe in discussione. L'utilizzo improprio delle parole genera, però, confusione, e sovente si dice sia infinita una realtà relativa che è soltanto indefinita, o eterna una realtà che è perpetua. L'indefinito è ciò che, pur avendo dei limiti, non può essere misurato per inadeguatezza dei mezzi atti a farlo, mentre perpetuo si dice di quanto, pur essendo relativo, è sottomesso alla ciclicità destinata a esaurirsi.

Persino nella matematica, che si fregia di essere esatta, sono ipotizzati diversi insiemi che sono detti essere infiniti. Anche una mente semplice può agevolmente comprendere che se infinito significa privo di inizio e di fine non può essere rinchiuso in un insieme isolato da altri insiemi altrettanto infiniti, perché un insieme deve essere caratterizzato da qualità che gli altri insiemi non hanno, e questo gli darebbe dei limiti che l'Infinito non potrebbe avere. Il simbolo dell'infinito matematico è un otto disteso, simbolo che indica ciclicità, e non può esprimere la superiorità che l'Infinito ha verso l'estensione. Alla stessa stregua, e riproponendo lo stesso tipo di errore, il calcolo infinitesimale, in matematica, è definito come fosse infinito, sia al suo polo positivo che a quello negativo.

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