giovedì 12 giugno 2014

Tutto e il contrario di tutto

La ragione non sta nel tutto e neppure nel contrario di tutto, perché è possibile dire di tutto sbagliando tutto, e dire il contrario di quel tutto sbagliato, senza che quel contrariare appartenga alla verità, perché mai la verità è il risultato della contrapposizione di due menzogne che lottano tra loro per affermarsi come assolutamente vere. Ogni menzogna è sempre una "vera" menzogna, ed è l'unico punto che essa ha in comune con la verità. In un senso generale l'opposto della menzogna è certamente la verità, ma dev'essere una totale verità che trova opposizione in un'altra totale falsità, e questo non può accadere nella contrapposizione tra bugie che contengono una parte di vero, e verità che includono un parte di falsità, come è il caso di tutte le realtà, vere o false, manifestate nella realtà relativa.
In definitiva si può dire che una verità, che si trovi a essere al suo grado maggiore di purezza, sia riconoscibile in ragione della sua prossimità al principio universale col quale essa è in una stretta relazione causale, mentre una falsità sarà tanto più falsa quanto maggiore sarà la distanza che la separa dallo stesso principio dal quale si è allontanata.
Farò un esempio: è una verità che tutto l'universo debba muoversi per continuare a esistere, ed è falsità che esso possa arrestarsi senza che la vita in esso cessi di vivere.
In questo caso verità e falsità sono contrapposte tra loro, e solo una delle due potrebbe, forse, essere assolutamente vera, e da questa assolutezza la falsità sarebbe totalmente esclusa.
Anche se quello riportato sopra è un esempio limite, non costituisce la pura e totale verità come parrebbe che sia, perché il respiro dell'universo è ciclico e la morte costituisce una trasformazione che è cambiamento di stato. Questo significa che l'universo non si fermerà finché sussisteranno le condizioni per restare attivo, ma tutto ciò che è ha avuto un inizio che include una fine. L'universo è manifestazione della Possibilità universale che si attua perché l'Assoluto è indiviso e possibilità e atto, per l'Assoluto, sono la stessa identica cosa. Allo stesso modo il respirare del Mistero è composto dall'espirazione che manifesta la realtà relativa possibile e dall'inspirazione che la riporta nel Non essere. Essere e Non essere sono la prima riflessione del Mistero assoluto, che, però, non rappresenta un'opposizione a causa del fatto che il Non essere comprende l'essere in principio e un contenitore non è mai in opposizione al proprio contenuto. La Verità totale è un contenitore identico al proprio contenuto perché, in realtà, contenitore e contenuto sono frutto di una nostra divisione arbitraria. Dunque anche il rientro ciclico della Possibilità di manifestazione nel proprio principio non è la morte del tutto, ma solo un rientro nel Non essere che " è " al di là della durata e dell'estensione. Significa che la contrapposizione fatta all'inizio del mio esempio, non può dare una risposta che sia assoluta. 

Anche in un caso così estremo come quello da me portato a esempio, la contrapposizione indica assenza di assolutezza, che non può dare un risultato che sia assoluto perché l'Assoluto non potrebbe stare nel relativo, come il più non può stare dentro al meno.

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