domenica 13 aprile 2014

Presupposti errati


Quando si procede da presupposti errati si finisce inevitabilmente nel vicolo cieco della contraddizione. Dal nulla nulla si crea, lo sanno anche i sassi. La questione non è da impostare sul concetto di creazione di qualcosa da un nulla, perché il nulla non può contenere alcunché senza contraddirsi. L'Assoluto non è il nulla e tutto può tranne che contraddirsi. Occasionalmente è associato al nulla, ma solo perché, essendo assoluto, non può essere determinato da definizioni che ne limiterebbero l'assolutezza. Dell'Assoluto si può dire solo quello che l'Assoluto non è. Assoluto=privo di parti in relazione tra loro, indiviso e totale, unico di conseguenza perché due o più assoluti si limiterebbero a vicenda. Infinito=privo di limiti. Eterno=non sottomesso alla durata temporale. Se non si capiscono questi semplici concetti non ci si può lamentare di essere preda del dubbio. La Realtà assoluta non è determinabile, ed è per questo che gli induisti la chiamano Brahmâ, che significa "Quello". La manifestazione della realtà relativa è la riflessione, capovolta, delle potenzialità infinite dell'Assoluto che diventano indefinite nel loro manifestarsi.

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