venerdì 4 aprile 2014

Il "Velo di Maya"


L'esistenza, e con essa la vita, è il risultato di una riflessione dell'Unità principiale nell'unicità, la quale si moltiplica nella molteplicità, quindi in un capovolgimento di realtà che da assoluta diviene relativa. In questo suo essere relativa la verità è mostrata e negata allo stesso tempo, e conoscente e conosciuto costituiscono realtà separate. È in questa separazione che il "Velo" prende forma e significato, perché l'unica conoscenza perfetta annulla la distanza ed è di tipo identificativo, quando considerata dal punto di vista del conoscente, e assimilativo se vista dal punto di osservazione del conosciuto. Velo che è scostato dall'iniziazione spirituale, la quale conferisce la capacità di conoscere in modo assoluto, dunque immediato e diretto, perché al di sopra del tempo, i princìpi universali che sono norma e modulo della manifestazione esistenziale. Questo conoscere è l'unico vero conoscere perché annulla la distanza che separa il conoscente dal conosciuto. Spero di essere stato chiaro e comprensibile sulla reale natura del velo che, in definitiva, protegge dai pericoli che la vista del Vero implica per individualità che non siano qualificate a sopportare le implicazioni inerenti a quella vista.

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