venerdì 31 gennaio 2014

Gradi diversi di realtà

Quando nessuna altra realtà superiore sta al di fuori della propria illusione, quella illusione deve essere chiamata, per forza di cose, realtà. Non importa che sia una realtà illusoria, alla fine dei conti, perché illusoria lo è, nei confronti della Realtà assoluta che è la sua ragione d'essere, e non è importante perché questa sua ragione d'essere è la causa prima di tutto ciò che è, e non avendo inizio né fine, a rigore non si può neppure sostenere che questa Realtà assoluta possa fare parte dell'universo manifestato, come neppure di quello non soggetto al potersi manifestare. Spesso ho la sensazione di essere parte del tessuto che veste l'illusione, dove le coincidenze sono così innumerevoli da non poter essere comprese nei loro legami simbolici con quanto sta per accadere, e il mio gioire e soffrire sono soltanto funzionali alle mie possibilità di crescere come persona, e come intelligenza che è parte attiva e passiva di quella persona. Spesso percepisco la realtà che mi avvolge come fosse poco importante, come poco importante è il peso di una pur alta montagna, nel rapporto che ha con la stabilità del pianeta di cui è parte. È sufficiente essere coinvolti in un incidente, prendere una forte botta in testa o essere preda di una vertigine... perché tutto intorno a noi si disallinei, ritornando a essere parte dell'inconsistenza illusoria che avvolge il tutto. In realtà penso che più che illusoria questa sia una realtà che si trova a un grado inferiore di verità di quanto sia Ciò che non muta mai.

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