giovedì 30 maggio 2013

La famiglia "normale" e quella gay, considerate dalla visuale centrale metafisica.


Cosa debba essere la normalità, nell'universo dove nulla si ripete identico a se stesso è difficile dirlo, quando ci si riferisca al dover stabilire una media che appiattisca le differenze individuali. Appiattire realtà diverse tra loro, allo scopo di poterle riunire in una media, significa commettere una ingiustizia verso coloro che stanno in alto rispetto a quella mediocrità, ma anche verso coloro che le stanno in basso e pure nei confronti di chi sta in mezzo alle due tipologie, perché esso si ritroverebbe associato a chi non ha molto da condividere con lui. Questo perché per "normalità" si intende la mediocrità, e alla mediocrità è associata una qualità bassa perché troppo simile a tutte le altre. Così facendo si commettono diverse ingiustizie, attribuendo a una situazione l'etichetta di "normale": le si assegna scarsezza qualitativa, la noia attribuita alla ripetizione banale e un livello di realtà che è uniforme, scontato, che non suscita interessi, non creativo e che, in definitiva, è inferiore persino alla normalità nella quale la si voleva confinare. Dunque per "normale" si intende l'inferiorità nel suo rapporto con l'auspicabile, con la realtà da raggiungere. La realtà, nel senso più generale possibile, è tutto ciò che è manifesto e anche quello che manifestato non è, ma è presente, potenziale e si manifesta quando ci sono le condizioni per poterlo fare, come è la realtà del pensiero. La realtà è caratterizzata da forme dalle quali è costituita, ma non solo, perché l'idea è informale prima che sia stata tradotta in pensiero e, di seguito, in azioni. La realtà è formata da elementi, tutti sempre diversi tra loro, che sono legati da una catena di cause e di effetti i cui componenti devono il loro esserci alla collaborazione di altri elementi, in un insieme nel quale ognuno ha necessità della presenza di altri per continuare a esistere. Questa è la normalità. La vera normalità è costituita dalle leggi armoniche che ordinano la realtà rendendola adatta all'esistere. Sono normali le leggi che sono norma del tutto. Un tutto che c'è e ha modalità di funzionamento qualitative e quantitative, ha proporzioni e misure, alti e bassi, interni ed esterni, rapidità e lentezza e rapporti analogici che legano il piccolo al grande e il grande al piccolo del quale è la somma. Un tutto in continuo movimento per l'azione di una di queste leggi fisse che gli impone di muoversi, e che a sua volta non si muove, sacrificandosi per non sacrificare il tutto. Questa è la normalità. La realtà relativa vive attraverso il sacrificio di ciò che non vive per darle modo di essere, ed è un esserci che ha per fine la consapevolezza di sé e delle ragioni per le quali si è, nella continua ricerca della perfezione assoluta, verso la quale tendono tutte le perfezioni relative. Ho scritto questo preambolo allo scopo di analizzare la questione spinosa che si solleva quando si parla del diritto di esistere, e di esercitare la propria libertà, che hanno le coppie gay. È detto che la famiglia è "normale" quando composta da una donna e un uomo, come se l'accostamento dei due generi che insieme possono replicare la vita sia la cosa più importante di tutte, perché la vita è la cosa più importante al mondo. Questa convinzione riferita alla vita, che le assegna più valore che ad altro, è comunissima, così comune da spingere le persone a dire che la cosa più importante è la salute. Questo comporta il fatto che quando qualcuno sacrifica la propria salute per salvare quella di qualcun altro… questo qualcuno avrebbe commesso un errore perché la sua salute è la cosa più importante al mondo. Invece c'è un valore più importante della vita stessa, ed è rappresentato dalla capacità di sacrificare se stessi per amore dell'altro diverso da sé. La vita certamente è importante, è sempre lei che deve essere salvaguardata e generata, ma l'amore lo è di più. L'amore tra due persone dello stesso sesso, quando è amore, vale più della stessa vita, perché la vita deve il suo esserci a un sacrificio di amore. La diversità tra gli esseri, che è legge universale, non cessa per questo diritto gay di continuare a differenziare il tutto nei suoi componenti, e donne e uomini continueranno a generare la vita senza essere ostacolati dalle coppie gay, le quali per il loro amarsi devono godere degli stessi diritti delle coppie eterosessuali, perché il loro non poter figliare è solo una contingenza rispetto alla realtà d'amore che le unisce. Ogni avvenimento che è per amore è "normale", a differenza di quelli che avvengono per odio, e tutti coloro che deprecano l'amarsi delle coppie gay stanno dalla parte dell'odio, e non sono normali nei confronti dell'amore e del diritto di esercitare la propria libertà di scegliere chi essere e come essere. Il Mistero assoluto del quale siamo i figli è Libertà assoluta, una libertà che è anche sacra, e verso la quale l'Assoluto nulla può perché essa, quando è assoluta, è il Mistero stesso che non può contraddirsi. Siamo liberi di essere e di scegliere perché non c'è altra via per raggiungere la perfezione del nostro stato, e questa libertà relativa di cui godiamo è la misura armonica con la quale costruiamo noi stessi, migliorandoci o peggiorandoci, alla ricerca del Vero in ognuno di noi. Questa è la vera normalità, molto lontana dalla mediocrità di vedute che appartiene a chi antepone la propria salute all'amore per il prossimo.

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