venerdì 12 novembre 2010

Confini

Non è difficile notare che ogni cosa è conseguenza di un'altra cosa che l'ha causata, e con la stessa facilità si può vedere che ogni cosa ha un'altra cosa contraria che le si oppone, e nel mezzo di questa opposizione sta un punto di equilibrio nel quale l'opposizione è conciliata.
La caratteristica che unisce ogni elemento dell'universo è che ognuno di essi ha bisogno di tutti gli altri elementi che confinano con lui i quali, a loro volta, necessitano dei loro confinanti in un estendersi di bisogni che indicano confini. Si deve ammettere che ogni cosa ha dei confini che ne limitano le possibilità di espressione. La somma di tutti questi confini sarà, necessariamente, un confine inimmaginabile, ma sempre limitato.
Quale dovrà essere la causa di questo tutto che confina e che chiamiamo "realtà"?
E con quale altra realtà confinerebbe?


Se è un tutto… significa che non esistono altri "tutto" fuori da lui, perché essendo un tutto necessariamente li comprenderebbe.
Se non possono esistere altre realtà confinanti con lui significa che il tutto deve essere tondo, in modo che la rotondità imponga la ciclicità, la quale non riesce mai a raggiungere l'orizzonte che è il suo limite apparente.
Una rotondità così enorme da non poter essere immaginata.
Una rotondità talmente grande da sembrare lineare.
Una rotondità composta da rotondità sempre più piccole, a loro volta somme di altre rotondità che saranno a loro inferiori.
Un'enorme movimento ciclico composto da movimenti ciclici più piccoli.
Una rotondità che ha un centro privo di estensione uguale ai centri di tutte le altre rotondità che la compongono.
Un centro senza dimensione né forma perché è la Causa di tutte le forme, e mai una causa è identica ai suoi effetti.
Mai una cosa è perfettamente identica a un'altra, anche solo per il fatto di occupare spazi diversi.
Il tutto, esteso durevole e limitato, è l'effetto di un centro non esteso, non durevole e illimitato.
Un centro che, pur essendo matrice del tutto, non partecipa al movimento del tutto perché è il suo Asse immobile.


Un centro senza forma che è immagine riflessa del Principio dal quale nascono tutte le forme.


Ogni riflessione è un capovolgimento di ciò che si riflette, così il centro stesso, pur mantenendo la stessa centralità, è capovolto.
Questo centro, nel quale ogni circonferenza trova origine, è la realtà più piccola immaginabile dell'universo e, essendo capovolto, deve anche essere la più grande.


Non si può dare un nome a ciò che ha, in potenza, tutti i nomi in Sé.
Non si può dare forma a chi ha, in potenza, tutte le forme in Sé.
Non si può dire che il Centro che comprende tutti i centri esista, perché se esistesse sarebbe sottomesso a un limite che il Centro non può avere, perché non ha contrari che gli si oppongano.
Ogni centro non è mai il contrario di una circonferenza, perché la comprende in potenza e ne costituisce la causa.
Mai un effetto può essere il contrario di ciò che l'ha causato.


Il Centro che non è relativo è più che l'essere e più dell'esistere.
È in tutte le cose e tutte le cose sono una sua espressione nella molteplicità, ma lo sono capovolgendone l'unicità dell'essenza.
Per questo capovolgimento esiste il male ed esiste il Bene, esiste l'ingiustizia e la Giustizia, l'odio e l'Amore.
Nel Centro tutte le opposizioni trovano riposo.
Nel Centro si vede il tutto per quello che il tutto è e non è.
Nel Centro si è pronti a riconoscere le ragioni del tutto, e a vedere che queste ragioni sono oltre ogni limite e non hanno confini.
L'Infinito è la ragione d'essere del finito, come la Libertà totale è la ragione d'essere di quella parziale.

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